Ex Tempore (dal latino, “all'improvviso”) è un cortometraggio della durata di cinque minuti che può essere collocato tra l'horror e il fantastico, nato proprio dalla mia passione per questi generi. Nel video ho voluto mostrare la realtà normale, quasi monotona, della vita di una ragazza come tante altre il cui corso però viene improvvisamente deviato e sconvolto da un fatto inspiegabile dal punto di vista logico. Questo avvenimento compare senza preavviso, come un fulmine a ciel sereno, e in pochi minuti svanisce lasciando di nuovo posto alla banale vita di sempre.
La tematica su cui si incentra il video, oltre allo scorrere del tempo, è la soglia, escamotage molto utilizzato in film e libri dell'orrore, del mistero e del soprannaturale. Essa consiste nel fare di una comune porta, sportello o finestra, un passaggio tra questo e un altro mondo, come accade ad esempio a Robert Wolff, protagonista del romanzo Fabbricanti di universi di Philip J. Farmer. In Ex Tempore il “mondo parallelo” non è però totalmente estraneo alla realtà, né popolato da esseri mitologici e fantastici; è semplicemente un luogo “normale” all'interno della stessa casa della protagonista, ma in esso accadono momentaneamente fatti inspiegabili ed inquietanti. Questa scelta
deriva dal fatto che il cortometraggio sta a simboleggiare in chiave soprannaturale un evento più psicologico che concreto, una rivelazione che presto o tardi arriva nell'esistenza di chiunque, senza il bisogno di andare in un mondo fantastico. Per questo motivo ho voluto calarlo il più possibile nella vita quotidiana, mantenendo l'ubicazione in ambito casalingo.
Per quanto riguarda l'aspetto sonoro, ho tentato di utilizzarlo al meglio per rendere l'idea del mistero senza mostrare direttamente gli elementi soprannaturali. In molti casi, infatti, nel cortometraggio si sentono suoni e rumori ma non ne si può vedere la sorgente. Questo succede per lasciare il dubbio se gli avvenimenti descritti accadano realmente o meno, e per sottolinearne l'aspetto psicologico. Il suono assume quindi una doppia funzione, oltre che prettamente narrativa, anche simbolica ed esplicativa.
DESCRIZIONE

L'idea di Ex Tempore è nata dalla combinazione di vari fattori. Primo fra tutti il fascino che il soprannaturale e il mistero hanno sempre esercitato su di me, sia nell'ambito cinematografico sia nella letteratura. Anche la passione per il Surrealismo, e in particolar modo per Salvador Dalì, ha influenzato parecchio lo sviluppo del progetto, come dimostra la scena degli orologi che richiama uno dei più famosi
dipinti del pittore catalano, La persistenza della memoria. Questi fattori, sommati a note in un certo senso autobiografiche, mi hanno portata alla creazione del cortometraggio che è stato inizialmente girato muto e al quale poi sono stati aggiunti suoni registrati e scaricati da librerie e modificati per adattarli a ciò che volevo rappresentare.
Il cortometraggio non è chiaro, ma anzi un po' surreale e probabilmente il messaggio che dovrebbe comunicare non arriva in modo diretto. Rappresenta quel momento che arriva prima o poi nella vita di tutti, spesso senza motivo, nel quale ci rendiamo conto che il tempo scorre, avanza inesorabile e niente e nessuno potrà mai portarlo indietro. Questa sorta di rivelazione dura pochissimo, ma ci colpisce violentemente, ci stordisce e cerca di farci cadere nella disperazione. Tuttavia finisce in fretta e possiamo di nuovo tornare alla nostra vita, finché la medesima epifania non tornerà alla nostra mente; ancora una volta ci colpirà, con la stessa forza della precedente, e continuerà a farlo fino a quando noi avremo la determinazione per rialzarci.
Ex Tempore è ambientato interamente di giorno all'interno della casa della protagonista. Questa è l'unico personaggio effettivo, insieme ad un sorta di presenza invisibile delineata solamente dal punto di vista audio.
Il video inizia con uno scorcio della vita della protagonista: è una giornata tranquilla, la ragazza sta preparando qualcosa da mangiare e dalla finestra aperta entra il canto degli uccellini. Il primo minuto appare come la semplice narrazione di un comune giorno primaverile. Le stranezze cominciano quando la giovane sente il pianto di un neonato; inizialmente pensa che venga anch'esso da fuori, ma presto si rende conto che non è così: viene dalla porta d'ingresso. Curiosa va ad aprire, ma nel momento in cui abbassa la maniglia il pianto cessa e ciò che si mostra ai suoi occhi è soltanto il pianerottolo deserto e silenzioso. Stranita torna alle sue faccende in cucina, ma all'improvviso sente il televisore accendersi su un canale disturbato. Entrando in salotto nota il suo gatto e cerca di convincersi che sia stato lui a schiacciare per sbaglio il pulsante del telecomando.
Quando però sente una risatina inquietante provenire dal soffitto, capisce che qualcosa non va davvero e i successivi passi di corsa sopra di lei la spaventano non poco. Segue i veloci tonfi che si dirigono verso camera sua e, giunta di fronte alla porta chiusa, avverte un ticchettio che aumenta di intensità man mano che si avvicina alla stanza. Confusa e spaventata tentenna un istante, ma poi prende coraggio ed entra. La paura aumenta quando la porta si chiude da sola alle sue spalle e non riesce ad accendere la luce. Il ticchettio si fa quasi assordante e degli orologi che segnano le cinque in punto appaiono davanti a lei, le vorticano intorno. Qualcosa che non riesce a vedere la spintona, la fa cadere a terra e non la fa più rialzare; tenta di urlare per chiedere aiuto, ma la sua voce non esce o comunque non sovrasta il ticchettare degli orologi. Alla fine riesce a raggiungere la porta, esce e terrorizzata la richiude velocemente alle sue spalle. Inizialmente non nota che il rumore all'interno della stanza è scomparso e corre in cucina a prendere un coltello, anche se non è sicura che possa essere utile, per poi tornare alla sua camera. Circospetta, la ragazza appoggia l'orecchio alla porta, ma non sente più nulla. Apre piano ed entra, ma lo scenario che giunge ai suoi occhi è quello della sua solita camera, con il suo solito letto e il suo solito armadio, illuminata dalla luce del
giorno e inondata dal canto degli uccelli.
In Ex Tempore il ruolo dell'audio è fondamentale, in quanto serve a rappresentare un vero e proprio personaggio con cui la protagonista interagisce, seppure esso sia invisibile. Ho cercato di lavorare sul fuori campo, particolarmente in relazione al tema della soglia: i suoni che descrivono la presenza misteriosa, infatti, provengono tutti da zone di confine, come porte e soffitto, e non se ne vade mai la fonte. In questo caso mi sono ispirata molto al film Poltegeist di Tobe Hooper, che gioca sulla combinazione di una parte video abbastanza semplice e in un certo senso normale, e una parte sonora studiata in modo tale da raccontare i fatti. E' lo stesso procedimento utilizzato nel mio cortometraggio, nel quale si può notare come il video in sé sia quasi del tutto privo di eventi effettivi e presenti unicamente un personaggio in carne e ossa. Inoltre, come sottofondo, mi sono servita di suoni tesi, ripetitivi, molto gravi o stridenti, con lo scopo di incutere ansia e paura senza però che sullo schermo accada nulla di esplicito. Nella prima parte, invece, cioè quando l'atmosfera vuole essere tranquilla e serena, i rumori sono realistici e piuttosto monotoni proprio per comunicare allo spettatore un senso di normalità.
I file audio di cui mi sono servita sono stati per la maggior parte scaricati da librerie in internet, mentre alcuni sono stati registrati da me. Successivamente sono stati modificati, tagliati e adattati al video grazie all'aiuto di Audacity, utilizzando molto il riverbero, l'eco e cambiano tempo ed intonazione.
Prima di cominciare a lavorare a questo progetto, mi ero informata su vari sound designer di film fantasy e fantascientifici. Ho trovato molto affascinante la figura di Ben Burtt, il sound designer che ha realizzato film come Star Wars di George Lucas, E.T. l'extraterrestre di Steven Spielberg e Wall-e della Pixar. Ciò che mi ha colpito maggiormente di Burtt è il modo in cui creava certi suoni. Ad 
esempio, il suono della spada laser, in Star Wars, è una combinazione del rumore di un vecchio proiettore e di un'interferenza prodotta da un televisore, il tutto registrato da un microfono in movimento, mentre la voce di Chewbacca è composta dal verso di un tricheco alternato a quello di un orso. Un altro personaggio su cui mi ero concentrata è Dane Davis, responsabile dei suoni della trilogia di The Matrix dei fratelli Wachowski. Anche lui mostra una grande creatività nella realizzazione dei suoni e utilizza fonti totalmente improbabili; il suono del codice è stato ottenuto
facendo cadere delle gocce d'acqua, mentre i rumori dell'aria spostata (i cosiddetti “whoosh”) sono creati da oggetti agitati con molta forza ed in seguito manipolati.
In seguito, procedendo nella realizzazione del video, ho abbandonato il filone prettamente fantasy e ho preferito orientarmi verso il fantastico e il mistero, ma in ogni caso ho cercato di tenere conto delle informazioni che avevo reperito e per la realizzazione di alcuni suoni mi sono ispirata a questi sound designer.
DISPOSITIVO

Il cortometraggio è stato ideato per essere rappresentato durante una mostra in una stanza insonorizzata dai muri e soffitto neri e, per terra, moquette grigio scuro. L'ingresso si troverà su una parete, chiuso da una tenda di velluto nero, in modo da evitare il rumore della porta che si apre e si chiude ogni volta che entrano degli spettatori. L'ingresso sarà preceduto da un'anticamera a L, anch'essa totalmente nera e recante solamente dieci faretti calpestabili, distanti uno dall'altro 1,60 m e 0,30 m dalle pareti, atti a segnalare il percorso. Così non ci sarà il pericolo che entri luce nella stanza durante la proiezione del filmato. Anche l'ingresso all'anticamera sarà chiuso da una tenda di velluto nero. Accanto all'ingresso si troverà un'altra stanza molto piccola al cui interno si troveranno un mixer e un computer, per controllare le casse e i proiettori. Più precisamente, le misure sono indicate nell'immagine sottostante. Tutti i soffitti sono dell'altezza di 3,00 m.
La proiezione del video avverrà contemporaneamente su cinque schermi di tulle supergobelin grigio (280cmx300cm) disposti lungo i lati di un pentagono regolare. Ai vertici di questo pentagono si troveranno cinque faretti calpestabili a bassa intensità. Cinque proiettori orientati verso gli schermi si troveranno appesi al soffitto al centro del pentagono, mentre quattro diffusori acustici saranno disposti agli angoli della stanza, anch'essi appesi. Per le misure più precise si guardi lo schema sottostante.
Ex Tempore
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Ex Tempore

Video realizzato per l'esame di Sound Design, Accademia di Belle Arti di Brera, 2011 Ogni rumore e suono è stato creato/modificato e montato da Read More

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